martedì 24 aprile 2007

Riappropriarsi del quartiere

Riappropriarsi del quartiere. Ovviamente non in senso battagliero, ma cogliendone il sapore dell’aria, il profumo della primavera, il sole che riscalda. Siamo sempre presi dagli impegni che spesso ci dimentichiamo di dove viviamo, soprattutto nelle città e nei grandi centri extraurbani.
Un invito a fare una passeggiata, anche breve, con la mente rilassata e guidata da gambe che conoscono la zona. In solitudine, voi e solo voi, ogni tanto. Noterete la vera essenza del quartiere,
della tale zona, facendo particolare attenzione ai dettagli. Quei fiori rosa in mezzo alle margherite, la nobile brezza che s’incontra nell’ombra, l’odore duro dell’asfalto al sole e il borbottare dell’autobus di linea, che passa stanco in lontananza, sbuffando. Questi sono i dettagli a cui mi riferisco, contrapposti purtroppo ad evidenti stati d’incuria dei beni pubblici, quali giardini disastrati, piatti e sporchi, spesso pascoli per cani. Oppure strade con strisce scolorite, impresse anni addietro. Riqualificare il quartiere con spazi pubblici intesi come verde, da ridare ai cittadini. Attrezzarli a parco giochi per i più piccoli, dove possono scorrazzare e divertirsi in sicurezza; ritagliare qualche perimetro verde, magari all’ombra e non isolato, fornendolo di panchine, panche,tavoli di legno dove, magari ci si può leggere un libro in un caldo pomeriggio o dove qualche anziano può fare una partita a carte in compagnia. Pensare agli amici a quattro zampe, con spazi dedicati anche a loro.

Ricordiamoci ogni tanto della zona in cui viviamo e riassaporiamola, nel bene e nel male, in solitudine, in riflessione, immaginando di poterla migliorare con una bacchetta magica.

In dedica al futuro Sindaco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

dal titolo sembrava un articolo di propaganda pro-tosi in vista delle imminenti elezioni...

leggendo l'articolo ho provato le stesse sensazioni che provo quando vado a farmi un giro a piedi per il mio amato quartiere o quando scorrazzo allegramente (quasi sempre con butel trike) con il motorino in city, senza meta. Ci si ferma quando si ha voglia e si ammirano le viette in stile De Andrè.

La domanda che mi faccio è sempre quella: Cazzo ma Verona è sempre stata così bella?

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