venerdì 13 aprile 2007

Telefono cellulare:Sotterfugio studiato a tavolino o conseguenza tecnologica inevitabile?

Filosofeggiando qualche sera con alcuni amici che attualmente hanno circa quarant’anni, è emerso che il telefono cellulare è diventato un bene di massa da circa 15-16 anni. Agli albori della futura telefonia mobile prepagata, l’utilizzo dei telefonini era esclusivo di pochissime persone, ed era ostentato come status symbol. Ricordo nitidamente, con gli occhi di un bambino, la visione di uno dei primi telefoni portatili, incastonato in una valigetta ventiquattr’ore. Oggi invece, il cellulare è posseduto da almeno nove persone su dieci. La sua comodità è innegabile, ma, come tutti i bisogni artefatti , è un’arma a doppio taglio. Con il telefonino, oggi, si è perso forse il gusto dell’avventura associata ad una buona dose d’imprevedibilità. Un tempo infatti, ad esempio, se il motorino tirava le cuoia a qualche chilometro di distanza da casa, di notte, non esistendo l’aiuto immediato del cellulare, ci si ingegnava a trovare qualche soluzione, pensando con la propria testa ( della serie” e mo so cazzi tua!”). Oppure, una persona, poteva essere rintracciabile solo se si fosse trovata in casa propria o presso il luogo di lavoro. Questa è la vera arma a doppio taglio del telefonino: la rintracciabilità.

Basta averlo acceso ed essere in una zona “ coperta” per riuscire ad individuare la posizione esatta del suo utilizzatore (attualmente, questo potere è riservato alle forze dell’ordine).
Allo stesso livello si pone la reperibilità vocale 24/24, in alcuni momenti very spacca balle. ( oggi anche visiva,grazie ai cell. UMTS)
E’ sulla rintracciabilità che si è innescato il dibattito:
forse la società, agli esordi della “cellularizzazione” di massa ha fatto in modo che la maggior parte delle persone utilizzasse un telefonino, per ammaliarle e renderle rintracciabili costantemente ?
Sotterfugio studiato a tavolino o conseguenza tecnologica inevitabile?

(Tralascio volutamente il concetto economico).

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