mercoledì 24 ottobre 2007

Jamaica

Pub Jamaica- Verona

La recensione in questione riguarda uno dei locali più jamaicani (ahah) di Verona, ovvero Il Jamaica, situato a Verona Sud, vicinissimo all’imbocco dell’autostrada. Il Jamaica è un connubio tra trash art e wood creation, ricco di suppellettili low budget. L’idea è anche carina e rappresenta una novità nel mare magnum (?) di locali, o presunti tali, che la nostra Verona ospita. Premetto che se volete andare al Jamaica, non fatelo, o vili mecanici, di venerdì o sabato sera, a meno che vi armiate di dosi massicce di pazienza. Infatti, nei fine settimana , la coda per entrare è lunghissima, non tanto per la decatantata (da altri) selection, quanto per i posti a sedere limitati. Oltrepassato l’ingresso ( give me the morning ride, baby), si nota un locale molto spazioso, ma altrettanto dispersivo.
Agli angoli, si trovano degli spazi recintati da assi di legno, con dei tavolini bassi e dei cuscini per terra, dove ci si può sdraiare . Vicino al bancone vi è anche un soppalco, raggiungibile tramite una liana/scala dove possono trovare posto circa quattro persone, causa limite massimo di peso. Disseminate qua e là ci sono delle botti di legno utilizzate come tavolini, con annessi trespoli
( e catene da infilare alle caviglie, come con le cocorite). Carina la roulotte per coppiette, dove si possono fare quattro sporcellate con la pheega di turno , lontani da occhi indiscreti (e bocche sbavanti). In questo spaccato di caraibico sapore, si possono sorseggiare i più svariati e conosciuti cocktail, ma la vera specialità è la brocca-calderone con frutta surgelata di stagione, coca, acqua, havana ( a scelta) e tanto, tanto ghiaccio.

Il ripieno della pignata di David Gnomo lo si può gustare con l’ausilio di chilometriche cannucce, comode e pratiche ( ad ogni sorsata una commenda sulla camicia,tanto da potersi guadagnare,a fine serata,l’appellattivo di Commendatore) . Pratiche… Infatti, dirigendosi in bagno con in bocca una di queste, si può tranquillamente bere a distanza ( anche dalle brocche degli altri,in simpatia).

La musica, considerato il background ed il nome del locale, è ovviamente a base di reggae. Mancano solo il free joint ed i negroni ( non i cocktails) con i rasta per sembrare in Jamaica (chiudendo prima gli occhi). Il target del Jamaica è abbastanza variegato e dedicato.

Infatti, durante la settimana l’età media va dai 23 anni su, nei week-end si abbassa includendo
teen-ager brufolosi e fighette gne gne. Che dire…l’idea non è proprio malaccio, ma considerando i “quatro schei” spesi per allestire il locale, è assurdo proporre a 25 € il pentolone ed i cocktail a 6-7 € (indipendentemente essi siano alcolici o anal(mmm)colici). D’estate è presente anche un tristissimo plateatico esterno, delimitato da piccole canne di bambù e circondato da prefabbricati tipici da zona industriale.

P.s. Un consiglio ai gestori del Jamaica: Mettete nello stereo qualche bel disco del nero albino più famoso di Kingston: Yellowman. Check this sound!

Butel Saval

mondo verona

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